Cari amici e colleghi,
il parere motivato della Commissione Europea di ieri contesta le proroghe delle concessioni balneari
effettuate dagli ultimi Governi (dalla legge 145/2018 del primo Governo Conte alla legge del
secondo governo Conte alla milleproroghe del Governo Meloni).
Non in quanto proroghe ma in quanto assegnate in modo “automatico e generalizzato” e non, come
dovrebbero essere “caso per caso” a seguito di specifica istruttoria.
La Commissione contesta anche i risultati della cd mappatura non perché è giuridicamente irrilevante
l’accertamento della “scarsità o meno della risorsa” ma perché sarebbe stata effettuata a livello
nazionale e non territoriale.
Appaiono pertanto francamente fuorvianti e strumentali le polemiche politiche visto che la procedura
di infrazione non riguarda solo il cd milleproroghe dell’attuale Governo.
Ma soprattutto perché il parere della Commissione europea conferma la necessità della cd mappatura
e in certi casi anche della sussistenza o meno della rilevanza transfrontaliera della concessione.
E ciò in netto contrasto con le sentenze dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato.
Ecco perché ha perfettamente ragione la portavoce della Commissione Europea quando ieri ha
sottolineato che questo parere “non pregiudica la interlocuzione con il Governo italiano”.
Interlocuzione indispensabile visto alcuni errori evidenti di giudizio (vedi per esempio la esclusione
e non l’inclusione delle aree protette o di quelle portuali e industriali).
Il Governo prosegua e intensifichi il confronto con la Commissione Europea.
Confidiamo in un costante impegno dei Ministeri di competenza.
Si evitino polemiche strumentali e fuorvianti in danno di migliaia di famiglie di onesti lavoratori che
rischiano di perdere il lavoro e il frutto del loro lavoro.
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